Il fallimento conclamato della concezione liberale dello Stato come male necessario (lo Stato minimo)

La frode delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti d’America del 2020 (Joe Biden è stato fraudolentemente proclamato vincitore per mezzo di enormi, straordinari ed eccezionali brogli elettorali) ha mostrato al mondo intero che la concezione liberale dello Stato come male necessario (lo Stato minimo) (1), concezione che vige nel suddetto paese, è un fallimento e conduce al fallimento dello Stato che la adotta.

Oggi gli Stati Uniti d’America sono uno Stato fallito, sono uno Stato i cui vertici sono illegittimi (e tutti lo sanno).

La causa di tutto ciò è la seguente: le basi filosofiche del liberalismo, che si devono a John Locke, sono errate.

Infatti, se si sottrae l’economia al controllo dello Stato, vale a dire al controllo della comunità, gli individui che hanno più abilità degli altri ad accumulare denaro possono raggiungere un potere economico talmente grande da permettergli di sovvertire lo Stato: in tal modo gli interessi privati saranno in grado di sconfiggere l’interesse pubblico.

In altre parole, lo Stato fallisce, perde la sua funzione, che è quella di proteggere la comunità, ciò che Karl Popper chiamò “teoria protezionistica dello stato” (in inglese “protectionist theory of the state”), la quale, secondo Popper, ebbe la sua prima formulazione nell’antica Grecia, da Licofrone, un seguace di Gorgia (2, 3).

Secondo le sciocche idee di John Locke, il fallimento degli Stati Uniti d’America avvenuto nel 2020 con la gigantesca frode delle elezioni presidenziali non sarebbe mai potuto avvenire, per il semplice motivo che, secondo lui, lo stato di natura del genere umano è il seguente:

«And here we have the plain difference between the state of Nature and the state of war, which however some men have confounded, are as far distant as a state of peace, goodwill, mutual assistance, and preservation; and a state of enmity, malice, violence and mutual destruction are one from another. Men living together according to reason without a common superior on earth, with authority to judge between them, is properly the state of Nature [il neretto è mio].» (4)

In italiano: «Ecco qui evidente la differenza tra stato di guerra e stato di natura, che, sebbene siano stati confusi da alcuni, sono così distanti come lo sono tra loro uno stato di pace, buona volontà, mutua assistenza e conservazione; e uno stato di inimicizia, malizia, violenza e mutua distruzione. Uomini che vivono insieme secondo ragione, senza un comune superiore sulla terra con l’autorità di giudicare tra loro, costituiscono in senso proprio lo stato di natura [il neretto è mio].» (5)

In altre parole John Locke ha una visione estremamente ed erroneamente ottimistica del genere umano e ciò è in fortissima contraddizione con l’esperienza di vita di chiunque, con la storia, e perfino con la Bibbia: infatti, se fosse vero ciò che scrive Locke, non ci sarebbero omicidi, non ci sarebbero guerre, e Caino e Abele si sarebbero amati fraternamente.

La verità è che lo stato di natura del genere umano non è affatto quello definito da John Locke, ma bensì è quello definito da Thomas Hobbes:

«The foundation therefore which I have laid, standing firm, I demonstrate, in the first place, that the state of men without civil society, which state we may properly call the state of nature, is nothing else but a mere war of all against all; and in that war all men have equal right unto all things [il neretto è mio].» (6)

In italiano: «Restando così saldo il fondamento da me posto, mostro, primo, che la condizione degli uomini fuori della società civile (condizione che si può ben chiamare stato di natura), non è altro che una guerra di tutti contro tutti, e che in tale guerra tutti hanno diritto a tutte le cose [il neretto è mio].» (7)

Va sottolineato che accettare la definizione di stato di natura di Hobbes non significa affatto accettare la sua forma di governo preferita, che è il dispotismo, ossia l’assolutismo: qui Hobbes, per ragioni di convenienza sua personale, compie una vera e propria frode, come ho mostrato in miei precedenti scritti (8, 9).

«Egli deliberatamente, intenzionalmente, confonde lo Stato con la forma di governo.» (10)

Che la definizione dello stato di natura del genere umano di Locke sia una sciocchezza non è una mia sensazionale scoperta, vediamo infatti cosa scrisse Bertrand Russell su tale definizione:

«In regard to the state of nature, Locke was less original than Hobbes, who regarded it as one in which there was war of all against all, and life was nasty, brutish, and short. But Hobbes was reputed an atheist. The view of the state of nature and of natural law which Locke accepted from his predecessors cannot be freed from its theological basis; where it survives without this, as in much modern liberalism, it is destitute of clear logical foundation.» (11)

In italiano: «Quanto allo stato di natura, Locke fu meno originale di Hobbes, il quale parlava di uno stato in cui ci fosse la guerra di tutti contro tutti e la vita fosse sgradevole, brutale e breve. Ma Hobbes era reputato un ateo. La teoria dello stato di natura e della legge naturale, che Locke trasse dai suoi predecessori, non può essere epurata dalla sua base teologica; dove tale teoria sopravvive senza questa base (come in buona parte del liberalismo moderno) essa è priva di chiare fondamenta logiche.» (12)

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1) «Quando la società civile sotto forma di società del libero mercato avanza la pretesa di restringere i poteri dello Stato al minimo necessario, lo Stato come male necessario assume la figura dello Stato minimo, figura che diventa il denominatore comune di tutte le maggiori espressioni del pensiero liberale.»

Norberto Bobbio, Stato, governo, società, Einaudi, 1995, pag. 121

2) «Tornando ora alla storia di questi movimenti, sembra che la teoria protezionistica dello stato sia stata formulata per la prima volta dal sofista Licofrone, seguace di Gorgia.»

Karl R. Popper, La società aperta e i suoi nemici – Platone totalitario, vol. I, Armando Editore, 2003, seconda edizione (trad. it. di The Open Society and its Enemies – The Spell of Plato, vol. I, Routledge & Kegan Paul, quinta edizione riveduta del 1966, ristampata nel 1969), pag. 148

3) «Returning now to the history of these movements, it seems that the protectionist theory of the state was first proffered by the Sophist Lycophron, a pupil of Gorgias.»

K. R. Popper, The Open Society and Its Enemies, Volume I, The Spell of Plato, Routledge & Kegan Paul, Fifth edition (revised) 1966, Reprinted 1974, p. 114

disponibile qui:

https://archive.org/details/in.ernet.dli.2015.187315/page/n1/mode/2up

4) John Locke, Two Treatises of Government, Essay Two, Chapter III, 19, pag. 113

prepared by Rod Hay for the McMaster University Archive of the History of Economic Thought

disponibile qui:

https://socialsciences.mcmaster.ca/econ/ugcm/3ll3/locke/index.html

5) John Locke, Due trattati sul governo, Edizioni Plus, 2007, pag. 198

disponibile qui:

https://btfp.sp.unipi.it/ebooks/brulocke.html

6) Thomas Hobbes, De Cive, Preface to the Reader, pag. xvii

traduzione del De cive in inglese moderno curata nel 1841 da William Molesworth (London: John Bohn, Henrietta Street, Covent Garden. MDCCCXLI.)

disponibile qui:

http://books.google.com/books?id=6nnotknc9DMC&oe=UTF-8

Cfr. Dov’è che Hobbes scrisse “bellum omnium contra omnes”?

6 marzo 2019

https://luigicocola.wordpress.com/2019/03/06/dove-che-hobbes-scrisse-bellum-omnium-contra-omnes/

7) Thomas Hobbes, De Cive – Elementi filosofici sul cittadino, a cura di Tito Magri, Editori Riuniti, 2014, pagg. 72-73

8) Luigi Cocola, Il leviatano senza spada, 4° ed., 2021, pagg. 45-60

disponibile qui:

https://luigicocola.wordpress.com/2021/01/23/my-books-download/

9) Idem, Le nuove forme dell’utopia: europeismo e multiculturalismo, 4° ed., 2021, pagg. 21-27

disponibile qui:

https://luigicocola.wordpress.com/2021/01/23/my-books-download/

10) Idem, Il leviatano senza spada, 4° ed., 2021, pag. 53

11) Bertrand Russell, History of Western Philosophy, George Allen and Unwin Ltd, 1947, pag. 649

disponibile qui:

https://archive.org/details/westernphilosoph035502mbp

12) Bertrand Russell, Storia della filosofia occidentale, TEA, 2018, pag. 601

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