La terza guerra mondiale appare sempre più inevitabile e con essa l’uso delle armi nucleari.
Come si è arrivati a questo punto?
Il problema è la volontà messianica dell’élite globalista occidentale di instaurare, sotto la sua guida esclusiva, un Nuovo Ordine Mondiale privo di Stato (sostituendo lo Stato con la tecnocrazia).
Per ottenere ciò, l’élite globalista occidentale deve sottomettere la Russia e la Cina, le uniche due potenze mondiali che possono validamente opporsi a tale volontà messianica.
Sono parecchi anni che scrivo su questo argomento: la mia interpretazione è che l’Occidente, fin da Two Treatises of Government (1690) di John Locke, cioè da poco più di tre secoli, vive in un delirio culturale secondo il quale lo Stato è un Male, un Male necessario secondo Locke (il che è il concetto basico del liberalismo, liberalismo di cui Locke è il fondatore, come mostrato da Bertrand Russell, 1), un Male non necessario secondo le successive diverse ideologie antistato che nacquero nell’Ottocento e nel Novecento (cfr. la mia “Teoria unificata delle ideologie antistato”, 2).
In altre parole l’ideologia liberale è l’ideologia precorritrice delle ideologie antistato.
Il concetto che lo Stato è un Male (necessario o meno) è un vero e proprio “delirio condiviso”, condiviso cioè da una intera cultura, quella occidentale, da cui il termine “delirio culturale”, termine che io uso nei riguardi del globalismo dal 2016 (3).
Mentre il termine “psicosi condivisa” (in inglese “shared psychosis”) è un termine comunemente usato in psichiatria (4), non lo è altrettanto il termine “delirio culturale” (in inglese “cultural delusion”), ma esso è stato ampiamente usato da Goffredo Bartocci (5), uno dei due fondatori della “World Association of Cultural Psychiatry, WACP” (6).
Si tratta di un delirio florido, per sincerarsene basta leggere quanto scritto da Lenin a proposito della legge (che è una delle due funzioni essenziali dello Stato, come evidenziato da Norberto Bobbio, 7, concetto del resto già espresso chiaramente nel Seicento da Thomas Hobbes, 8, e nel Cinquecento da Niccolò Machiavelli, 9):
«…gli uomini si abituano a poco a poco a osservare le regole elementari della convivenza sociale, da tutti conosciute da secoli, ripetute da millenni in tutti i comandamenti, a osservarle senza violenza, senza costrizione, senza sottomissione, senza quello speciale apparato di costrizione che si chiama stato…» (10).
Non è un delirio florido pensare che l’umanità possa evitare di commettere reati senza la legge?
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1) «Gli anni precedenti la rivoluzione del 1688, durante i quali Locke non poteva, senza grave rischio, prendere una qualsiasi posizione teorica o pratica nella politica inglese, furono da lui dedicati alla composizione del Saggio sull’intelletto umano. È il suo libro più importante, quello su cui la sua fama poggia più solidamente; ma il suo influsso sulla filosofia della politica fu così grande e durevole, che lo si considera il fondatore del liberalismo filosofico non meno che dell’empirismo nella teoria della conoscenza.»
Bertrand Russell, Storia della filosofia occidentale, TEA, 2018, pagg. 383-384
2) La teoria unificata delle ideologie antistato
20 marzo 2014
luigicocola.wordpress.com/2014/03/20/la-teoria-unificata-delle-ideologie-antistato/
3) Il mondialismo è un delirio culturale
18 novembre 2016
luigicocola.wordpress.com/2016/11/18/il-mondialismo-e-un-delirio-culturale/
4) Carol Tamminga, MD, UT Southwestern Medical Dallas, Psicosi condivisa (in inglese Shared Psychosis), Last review/revision Apr 2022 | Modified Sep 2022
www.msdmanuals.com/professional/psychiatric-disorders/schizophrenia-and-related-disorders/shared-psychosis
5) Maria Luisa Maniscalco, Elisa Pelizzari (a cura di), Deliri Culturali – Sette, fondamentalismi religiosi, pratiche sacrificali, genocidi, L’Harmattan Italia, 2016, pagg.7-8; pag. 137
6) Founding Principles and Statement of Purpose of the WACP
waculturalpsy.org/about-us/founding-principles/
7) «Vi è anzitutto, antica e sempre rinascente, un’aspirazione a una società senza Stato d’origine religiosa, comune a molte sette ereticali cristiane che, predicando il ritorno alle fonti evangeliche, a una religione della non violenza e della fratellanza universale, rifiutano l’obbedienza alle leggi dello Stato, non ne riconoscono le due funzioni essenziali, la milizia e i tribunali, ritengono che una comunità che viva in conformità dei precetti evangelici non abbia bisogno delle istituzioni politiche.»
Norberto Bobbio, Stato, governo, società, Einaudi, 1995, pagg. 124-125
8) «L’unico modo di erigere un potere comune che possa essere in grado di difenderli dall’aggressione di stranieri e dai torti reciproci – perciò procurando loro sicurezza in guisa che grazie alla propria operosità e ai frutti della terra possano nutrirsi e vivere soddisfacentemente –, è quello di trasferire tutto il loro potere e tutta la loro forza a un solo uomo o a una sola assemblea di uomini (che, in base alla maggioranza delle voci, possa ridurre tutte le loro volontà a un’unica volontà).»
Thomas Hobbes, Leviatano, Laterza, 2009, pag. 142
È importante notare che qui Hobbes sta mischiando scorrettamente il concetto di Stato con il concetto di forma di governo, in altre parole sta barando, poiché egli intende, a torto, dimostrare la necessità della sua forma di governo preferita, l’autocrazia, mediante la indubbia necessità dello Stato. Ho approfondito questo argomento nei miei due saggi Il leviatano senza spada e Le nuove forme dell’utopia, a cui si rimanda.
9) «E’ principali fondamenti che abbino tutti li stati, così nuovi, come vecchi o misti, sono le buone legge e le buone arme.»
Niccolò Machiavelli, Il Principe, Rizzoli, 1991, pag. 128
10) Norberto Bobbio, Della libertà dei moderni comparata a quella dei posteri, in Norberto Bobbio, Politica e cultura, Einaudi, 2005, pag. 159
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