C’è nel mondialismo l’idea errata che l’uguaglianza totale conduca alla pace nel mondo.
Quest’idea errata è chiaramente espressa in Praktischer Idealismus (1925) di Richard Coudenhove-Kalergi:
«…und der revolutionäre Pazifismus, dessen Ziel ein letzter Weltkrieg zur Befreiung aller unterdrückten Klassen, Völker und Rassen und damit die Vernichtung jeder künftigen Kriegsursache und die Begründung der pazifistischen Weltrepublik ist.»
Praktischer Idealismus, pag. 168 dell’edizione originale del 1925 (1)
«…et le pacifisme révolutionnaire, dont le but est une ultime guerre mondiale, pour la libération des toutes les classes, de tous les peuples et de toutes les races opprimés, et avec elle l’anéantissement de toute future cause de guerre, et la fondation de la république mondiale pacifiste.»
pagg. 134-135 della traduzione francese (2)
«…e il pacifismo rivoluzionario, il cui scopo è una guerra mondiale finale, per la liberazione di tutte le classi, di tutti i popoli e di tutte le razze oppresse, e con essa l’annientamento di ogni futura causa di guerra e la fondazione della repubblica mondiale pacifista.»
traduzione italiana
Perché considero errata tale idea?
Perché essa è frutto di quel positivismo ingenuo che produsse in Henri de Saint Simon un’altra idea errata e cioè che la scienza e la tecnologia possano fare scelte politiche.
La tecnocrazia (3,4,5,6) sostituisce lo Stato, vale a dire la politica, sia nel sansimonismo che nel mondialismo (essendo il secondo un pervertimento del primo, in quanto il mondialismo, a differenza del sansimonismo, è contro il popolo), ma questa sostituzione non può funzionare: in realtà la scienza e la tecnologia possono fornire il modo più razionale di attuare una scelta politica, ma non possono fare la scelta politica stessa, come la Ragione ci rende evidente.
Infatti nella distopia mondialista, di cui l’Unione Europea è il work in progress più avanzato, non è per mezzo della scienza e della tecnologia che si fanno le scelte politiche, le fa invece una ristrettissima élite, l’élite globalista, che assolutamente non ha una Weltanschauung scientifica, ma bensì religiosa (della religione cristiana, 7), e che assolutamente non ha un’educazione scientifica, ma bensì filosofica e infatti vuole assumere il ruolo assegnato da Platone ai filosofi nella sua Repubblica, basti pensare all’ibridazione forzata delle razze umane (cioè il meticciato di cui hanno scritto Richard Coudenhove-Kalergi ed Eugenio Scalfari, 8) che i mondialisti vogliono effettuare: è un clamoroso errore antiscientifico, perché vuol dire, né più né meno, impoverire criminalmente il patrimonio genetico, cioè il pool genico (in inglese gene pool), cioè la diversità genetica (in inglese genetic diversity), della specie umana, criminalmente perché ciò mette a rischio la sua sopravvivenza (8).
Come oggi anche i sassi sanno, la biodiversità (in inglese biodiversity) è fondamentale per la vita, anzi il 2010 è stato dichiarato dall’ONU Anno internazionale della biodiversità.
Ma l’ideologia mondialista vuole eliminare la biodiversità della specie umana!
Perché?
Perché Richard Coudenhove-Kalergi aveva un dottorato in filosofia e non sapeva nulla della scienza, ecco perché!
E anche Eugenio Scalfari non ha un’educazione scientifica, essendo laureato in giurisprudenza, per non parlare di George Soros, che ha un degree di secondo livello in filosofia.
Per quanto riguarda l’idea che l’uguaglianza totale conduca alla pace nel mondo, è possibile risalire fino all’esiziale Two Treatises of Government, in italiano Due trattati sul governo, di John Locke (1690).
È chiaro che se “the state of Nature” è “a state of peace, good will, mutual assistance and preservation” (9), e se noi constatiamo che oggi nel mondo non c’è tale “stato di pace, buona volontà, mutua assistenza e conservazione” (10), allora vuol dire che ci devono essere dei fattori negativi estranei che alterano il paradisiaco stato di natura lockiano.
La verità è che lo stato di natura lockiano, ripreso e rinforzato nel Settecento da Jean-Jacques Rousseau, è una scemenza, come diverse altre idee di Locke (11, 12, 13, 14, 15), e infatti un recente articolo scientifico pubblicato su Nature (il 21 gennaio 2016) e intitolato Inter-group violence among early Holocene hunter-gatherers of West Turkana, Kenya (16) ha smentito le idee cristiane di Locke e di Rousseau sullo stato di natura e ha confermato invece quelle non cristiane (cioè atee) di Thomas Hobbes e di Charles Darwin (17).
Come scoprì Thomas Hobbes nel Seicento, “lo stato di natura” è “la guerra di tutti contro tutti” (18), in latino “bellum omnium contra omnes” (19), in inglese “war of all against all” (20).
L’intera biologia scientifica moderna si basa su Charles Darwin, che è uno dei più grandi geni dell’umanità, ed egli a sua volta si basa proprio sullo stato di natura hobbesiano, come notò anche Karl Marx nella sua lettera del 18 giugno 1862 a Friedrich Engels (21).
Questo evidentissimo legame tra Hobbes e Darwin è generalmente censurato: tanto per fare un esempio, nella traduzione italiana di Celso Balducci del capolavoro di Darwin, L’origine della specie (22), il termine “stato di natura” (che Darwin mutua da Hobbes e – sia chiaro – con lo stesso significato che gli dà Hobbes) è presente solo poche volte, laddove nel testo originale inglese, The Origin of Species, 6th Edition, l’edizione che è considerata quella definitiva (23), il termine “state of nature” è presente ben 45 volte (46 se si tiene conto anche dell’indice) (24).
Il nodo della questione, compreso appieno da Hobbes, è che nello stato di natura (cioè in assenza dello Stato) gli esseri umani competono obbligatoriamente per le stesse risorse e quindi sono obbligati a combattere tra di loro, sia con la violenza che con la frode (25), esattamente come la biologia scientifica moderna ci mostra che fanno gli altri animali.
Quindi, se gli esseri umani fossero uguali, anzi identici, tra di loro, non cambierebbe niente, perché anche in tal caso continuerebbero a competere obbligatoriamente per le stesse risorse.
——–
1) Disponibile qui:
https://archive.org/details/Coudenhove-Kalergi-Praktischer_Idealismus-1925
2) Disponibile qui:
https://archive.org/details/R.N.CoudenhoveKalergiIdealismePratique1925FR
3) «All’estremo opposto l’ideale della fine della società politica e della classe politica che ne trae un abusivo vantaggio è stato predicato da una concezione che oggi si direbbe tecnocratica dello Stato, come quella esposta da Saint-Simon secondo cui nella società industriale ove protagonisti non sono più i guerrieri e i legisti ma diventano gli scienziati e i produttori, non ci sarà più bisogno della «spada di Cesare». Questo ideale tecnocratico peraltro si accompagna in Saint-Simon con una forte ispirazione religiosa (il nouveau christianisme), quasi a suggerire l’idea che questo salto fuori della storia che è la società senza Stato non sia pensabile prescindendo da un’idea messianica.»
Norberto Bobbio, Stato, governo, società, Einaudi, 1995, pag. 124
4) «Inutile che qui io rifaccia la storia della tecnocrazia. Basta ricordarne alcuni principi fondamentali, che poi sono quelli fissati già dal fondatore o inventore: il francese Claude Henri de Rouvroy, conte di Saint-Simon, e poi affinati, adattati, rielaborati in due secoli di sviluppo senza però mai tradire alcuni presupposti irrinunciabili…
…Ogni volta che nella storia l’uomo ha tentato di realizzare l’utopia, di realizzare l’irrealizzabile, la natura umana e la realtà concreta del mondo si sono ribellate all’impossibile, cosicché lo scontro fra una pretesa utopica e la realtà ha sempre portato al disastro, a lutti, dolori, morti. Così avverrebbe anche nel tentativo di attuare l’ideologia tecnocratica. E se l’utopia marxista ha provocato un numero di morti misurabile in decine o centinaia di milioni di uomini, certamente molto peggio avverrebbe nel tentativo di attuare la tecnocrazia.»
Claudio Finzi, Ideologia tecnocratica e globalizzazione, in Agostino Carrino (a cura di), L’Europa e il futuro della politica, Società Libera, 2002, pagg. 235-252
Ideologia tecnocratica e globalizzazione è disponibile qui:
http://www.teleion.it/users/garbolino/
librisoclibera/testi/europafutpol/19_europapf.shtml
5) Le tappe principali della genesi storica del mondialismo
https://luigicocola.wordpress.com/2018/07/28/le-tappe-principali-della-genesi-storica-del-mondialismo/
6) Perché si censura il ruolo di Henri de Saint-Simon nella genesi storica del mondialismo e dell’Unione Europea?
https://luigicocola.wordpress.com/2018/11/13/perche-si-censura-il-ruolo-di-henri-de-saint-simon-nella-genesi-storica-del-mondialismo-e-dellunione-europea/
7) Il mondialismo e il nazionalismo sono il prodotto di due diverse Weltanschauung
https://luigicocola.wordpress.com/2017/04/02/il-mondialismo-e-il-nazionalismo-sono-il-prodotto-di-due-diverse-weltanschauung/
8) Quello che ha scritto Scalfari è il piano Kalergi
https://luigicocola.wordpress.com/2018/02/15/quello-che-ha-scritto-scalfari-e-il-piano-kalergi/
9) John Locke, Two Treatises of Government, London: printed for Wihtmore and Fenn, Charing Cross; and C. Brown, Duke Street, Lincoln’s-Inn-Fields, 1821, Book II, Chapter III, 19, pag. 202
Disponibile qui:
https://archive.org/details/twotreatisesofg00lockuoft/page/n9
Two Treatises of Government è anche disponibile qui:
McMaster University – Archive for the History of Economic Thought
https://socialsciences.mcmaster.ca/econ/ugcm/3ll3/
10) John Locke, Due trattati sul governo, a cura di Brunella Casalini, Edizioni Plus, 2007, II Trattato, Cap. III, 19, pag. 198
Disponibile qui:
https://btfp.sp.unipi.it/ebooks/brulocke.html
11) «Quanto allo stato di natura, Locke fu meno originale di Hobbes, il quale parlava di uno stato in cui ci fosse la guerra di tutti contro tutti e la vita fosse sgradevole, brutale e breve. Ma Hobbes era reputato un ateo. La teoria dello stato di natura e della legge naturale, che Locke trasse dai suoi predecessori, non può essere epurata dalla sua base teologica; dove tale teoria sopravvive senza questa base (come in buona parte del liberalismo moderno) essa è priva di chiare fondamenta logiche.»
Bertrand Russell, Storia della filosofia occidentale, TEA, 2018, pag. 601
12) «In regard to the state of nature, Locke was less original than Hobbes, who regarded it as one in which there was war of all against all, and life was nasty, brutish, and short. But Hobbes was reputed an atheist. The view of the state of nature and of natural law which Locke accepted from his predecessors cannot be freed from its theological basis; where it survives without this, as in much modern liberalism, it is destitute of clear logical foundation.»
Bertrand Russell, History of Western Philosophy, George Allen and Unwin Ltd, 1947, pag. 649
Disponibile qui:
https://archive.org/details/westernphilosoph035502mbp
13) Il crollo del ponte Morandi, il mondialismo e John Locke
https://luigicocola.wordpress.com/2018/08/18/il-crollo-del-ponte-morandi-il-mondialismo-e-john-locke/
14) Il fallimento di tre secoli di filosofia politica presenta oggi il conto
https://luigicocola.wordpress.com/2018/09/10/il-fallimento-di-tre-secoli-di-filosofia-politica-presenta-oggi-il-conto/
15) Per capire la lontanissima origine (cristiana) del concetto di stato di natura di Locke, cfr.:
Il millenarismo è un meme egoista
https://luigicocola.wordpress.com/2015/03/05/il-millenarismo-e-un-meme-egoista/
16) M. Mirazón Lahr et al., Inter-group violence among early Holocene hunter-gatherers of West Turkana, Kenya, Nature 529, 394–398 (21 January 2016)
http://www.nature.com/articles/nature16477
17) Smentite le idiozie di Locke e di Rousseau sullo stato di natura
https://luigicocola.wordpress.com/2016/01/25/smentite-le-idiozie-di-locke-e-di-rousseau-sullo-stato-di-natura/
18) Thomas Hobbes, De Cive – Elementi filosofici sul cittadino, a cura di Tito Magri, Editori Riuniti, 2014, pag. 73 e pag. 87
19) Thomas Hobbes, Opera philosophica quae latine scripsit omnia, a cura di William Molesworth, London: John Bohn, Henrietta Street, Covent Garden, 1839, vol. II, De cive, Praefatio ad lectores, pag. 148
Disponibile qui:
https://archive.org/details/operaphilosophi00molegoog/page/n7
20) Thomas Hobbes, De Cive, London, Printed by J.C. for R. Royston, at the Angel in Ivie−Lane, 1651, Chapter 1, XIII
Disponibile qui:
Fai clic per accedere a 57.pdf
È anche disponibile qui:
McMaster University – Archive for the History of Economic Thought
https://socialsciences.mcmaster.ca/econ/ugcm/3ll3/
N.B.: non ho riportato l’edizione in lingua inglese curata da William Molesworth nell’Ottocento, perché non è l’opera originale di Thomas Hobbes, ma bensì una traduzione di essa in inglese moderno.
Per un approfondimento delle famose formule hobbesiane (“state of nature”, “war of all against all” e “homo homini lupus”), vedi: Luigi Cocola, Le nuove forme dell’utopia: europeismo e multiculturalismo – Come e perché l’Occidente cerca ripetutamente di suicidarsi, lulu.com, 3° ed., 2013, pagg. 10-13.
21) «I’m amused that Darwin, at whom I’ve been taking another look, should say that he also applies the ‘Malthusian’ theory to plants and animals, as though in Mr Malthus’s case the whole thing didn’t lie in its not being applied to plants and animals, but only — with its geometric progression — to humans as against plants and animals. It is remarkable how Darwin rediscovers, among the beasts and plants, the society of England with its division of labour, competition, opening up of new markets, ‘inventions’ and Malthusian ‘struggle for existence’. It is Hobbes’ bellum omnium contra omnes and is reminiscent of Hegel’s Phenomenology, in which civil society figures as an ‘intellectual animal kingdom’, whereas, in Darwin, the animal kingdom figures as civil society.»
Disponibile qui:
http://hiaw.org/defcon6/works/1862/letters/62_06_18.html
Anche in Marx & Engels Collected Works, Volume 41, Letters 1860-64, Lawrence & Wishart, 2010, pag. 381
22) Charles Darwin, L’origine della specie per selezione naturale o la preservazione delle razze privilegiate nella lotta per la vita, Newton Compton, 2010
23) Charles Darwin, The Origin of Species by Means of Natural Selection, or the Preservation of Favoured Races in the Struggle for Life, 6th Edition
Disponibile qui:
http://www.gutenberg.org/ebooks/2009
È anche disponibile qui:
http://darwin-online.org.uk/
24) La menzogna senza fine dell’Occidente
https://luigicocola.wordpress.com/2014/07/05/la-menzogna-senza-fine-delloccidente/
25) «Violenza e frode sono in tempo di guerra le due virtù cardinali.»
Thomas Hobbes, Leviatano, a cura di Arrigo Pacchi, con la collaborazione di Agostino Lupoli, Laterza, 2009, XIII, pag. 103
Nell’originale inglese del 1651 (XIII):
«Force and fraud are in war the two cardinal virtues.»
L’edizione originale inglese del 1651 è disponibile qui:
McMaster University – Archive for the History of Economic Thought
https://socialsciences.mcmaster.ca/econ/ugcm/3ll3/
N.B.: tutti i link sono stati verificati in data 11 febbraio 2019.
Copyright © 2019 Luigi Cocola. Tutti i diritti riservati.